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Noi credevamo. Barletta nel turbine del Risorgimento

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Nazione: Italia
Regione: Puglia
Località: Barletta
Provincia: Barletta-Andria
Mostra valida dal 02/12/2018 al 26/05/2019

La mostra intende mettere il patrimonio artistico, storico e culturale di Barletta a disposizione dei cittadini perché lo possano conoscere e apprezzare, a cominciare dai ragazzi e dunque dalle scuole. A Barletta gli ideali garibaldini trovarono piena cittadinanza infatti insieme ad altre tre città in Italia, Bari, Como e Varese, fu scelta quale sede di inquadramento e addestramento dei volontari garibaldini per la guerra all’Austria del 1866.


Noi credevamo. Barletta nel turbine del Risorgimento”  intende portare all’attenzione pubblica il ricco patrimonio di testimonianze d’epoca risorgimentale, conservate nel Museo Civico e nella Biblioteca Comunale di Barletta.

Documenti di natura e qualità eterogenea, pervenuti a queste istituzioni in gran parte grazie alle Donazioni Gabbiani, Cafiero e al Fondo Vista. La mostra non ha la pretesa di rappresentare ogni aspetto delle complesse vicende risorgimentali che riguardarono la Città, né tantomeno l’Italia intera. Il quadro tracciato in queste sale, tuttavia, benché parziale, è sfaccettato e ricco di stimoli.

Il Risorgimento, d'altronde, fu periodo lungo e complesso. Se i primi aneliti libertari e unitari circolarono in Italia in epoca napoleonica, i moti carbonari del 1820/21 e del 1830/31 mostrarono che la restaurazione non poteva soffocare le aspirazioni degli italiani. Le rivoluzioni costituzionaliste del 1848, le giornate di Milano, la Prima Guerra d’Indipendenza, nonostante i lutti, non raggiunsero lo scopo: nel Regno delle Due Sicilie la Costituzione fu sospesa a tempo indeterminato e lo spirito libertario represso; i piemontesi sconfitti; le Repubbliche di Roma e Venezia abbattute da forze preponderanti. Nel 1859/60 l’aiuto dei francesi di Napoleone III e, a Sud, i Mille di Garibaldi, realizzarono il sogno unitario. Nel Meridione i volontari abbatterono come un castello di carte un regno secolare: per l’inadeguatezza dei suoi regnanti, della classe dirigente e per spinta della volontà popolare. Nella Terza Guerra d’Indipendenza del 1866, solo le vittorie dei volontari garibaldini sulle Alpi, compensarono le sconfitte di Custoza e Lissa.

Con la presa di Roma nel 1870 e la vittoria nella Grande Guerra, l’unificazione territoriale era compiuta. La Resistenza al fascismo e la Repubblica nel 1948 chiudono il Risorgimento conferendo agli italiani la piena sovranità, portando a compimento il credo di un’Italia democratica “una e indivisibile”.

 










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